sabato 20 dicembre 2008

Fido ha l'anima..... Bilal no!!!

E' da tanto che cerco di raccogliere le idee per questo post, ma è davvero difficile....
provo a buttar giù le mie idee poi forse qualcuno mi aiuterà a metterle insieme in forma dignitosa...
Alcune settimane fa ho finito di leggere il libro di Fabrizio Gatti "Bilal", che è il resoconto della sua esperienza da infiltrato lungo la rotta degli schiavi lungo il deserto del Sahara fino a Lampedusa e alle campagne del Foggiano per la raccolta dei pomodori.
Mi ha colpito tantissimo lasciandomi sgomento, le torture, la morte sempre in agguato le ruberie, le vessazioni con la complicità degli stati "civilizzati" che di fatto tollerano e fomentano questi traffici, nonchè respingendo i clandestini in Libia di fatto, visto che questo paese non è un modello di civiltà e rispetto dei diritti, "uccidono" migliaia di persone condannandole a morte certa di fame e di sete nel deserto.
Si l'Italia uccide migliaia di persone ogni anno, indipendentemente dai governi che si sono alternati consentendo di rispedire persone in Libia, senza effettuare alcun controllo, la Libia di fatto riceve i clandestini, li rinchiude in lager li tortura, li deruba e poi li spedisce nel deserto senza acqua ne cibo, verso morte certa, che siano adulti, bambini o donne non importa....
Non parliamo poi del CPT di Lampedusa in cui uomini e donne inermi vengono seviziati, umiliati e picchiati dai nostri "tutori dell'ordine"......
Lo schifo è cresciuto ed è quasi diventato nausea quando, poco dopo aver finito di leggere Bilal ho letto sui giornali che, un sottosegretario della Lega ha proposto che per legge venga garantita l'assistenza sanitaria agli animali domestici, a carico del SSN, sostenendo che gli animali hanno un'anima e quindi non possano essere lasciati soffrire..........
Ma in che cavolo di paese siamo!!!! 
Come è possibile che contemporaneamente si stia discutendo di eliminare l'assistenza sanitaria di base e di urgenza ai clandestini e di renderla gratuita per gli animali domestici???
Ma che paese siamo diventati se stiamo affermando che fido ha un'anima e Bilal no?
Sono sempre più convinto che il vero terzo mondo siamo noi, non un terzo mondo economico bensì un terzo mondo umano e civile....
Per fortuna ogni tanto ci sono esempi positivi, come gli eroici pescatori di Mazzarra del Vallo che nonostante il mare in tempesta sono usciti al largo per affiancare e scortare in porto un barcone di immigrati fino a Lampedusa, che altrimenti sarebbe stato destinato a capovolgersi condannando a morte certa decine di persone.

giovedì 4 dicembre 2008

UN PAESE DALLE TANTE LUCI

Gambarare,Piazza Vecchia, Porto Menai, Dogaletto e Giare


IL PROGRAMMA

SABATO 6 DICEMBRE

Ore 16 LA “BANDA DI MIRA” APRE LA MANIFESTAZIONE

Ore 16,30 TAGLIO DEL NASTRO E ACCENSIONE DELLE LUCI. SALUTO DELLE AUTORITA' e

PRESENTAZIONE DELL'INIZIATIVA

Ore 17  APERTURA MOSTRE : “Come un Balocco” e “Ville Venete”

Ore 17,30 ESIBIZIONE BANDA

Ore 19 PASTA E FASIOI IN PIASSA

Ore 19,30 SALUTO DI AMICIZIA CON CANTO IN COMPAGNIA

DOMENICA 7 DICEMBRE

Ore 10 VISITA GUIDATA ALLE MOSTRE

Ore 14 ORIENTEERING PER LE VIE DI PIAZZA VECCHIA: PARTENZA

Ore 15 -18 LUCI MUSICALI: COMPLESSI GIOVANILI DEL PAESE

Ore 18,30 CIOCCOLATA CALDA E VIN BRULE'

Ore 10-19 BANCARELLE IN PIAZZA

LUNEDI 8 DICEMBRE

ORE 10-12 IMPASTA LA SALSICCIA (LABORATORIO DEDICATO AI BAMBINI)

ORE 10-19  VIENI A DISEGNARE LA TUA FESTA! (LABORATORIO DEDICATO AI BAMBIN

ORE 16 PRESENTAZIONE DEL “DOLSE DELL'AMICISSIA”

ORE 18 CORO DI SALUTO

Ore 10 -19 BANCARELLE IN PIAZZA

  SABATO 13 DICEMBRE

ORE 8 – 18 MERCATINO DI SOLIDARIETA'

DOMENICA 14 DICEMBRE

ORE 8 – 18 MERCATINO DI SOLIDARIETA'

SABATO 20 DICEMBRE

Ore 10-17 MERCATINO DEI NONNI E DEI BAMBINI

Ore 14 ADDOBBO DELL’ALBERO E PREPARAZIONE DELLA CASETTA DI BABBO NATALE

Ore 15 ARRIVO DI BABBO NATALE E RACCOLTA DELLE LETTERINE

Ore 16  ACCAREZZIAMO GLI ANIMALI DI BABBO NATALE!

Ore 16,30 CIOCCOLATA CALDA E VIN BRULE’

Ore 17,30 CHIUSURA DELLA MANIFESTAZIONE CON CORO FINALE

** animali da cortile

**In questa giornata la società VERITAS regalerà una caraffa di vetro a quanti si presenteranno con il tagliando omaggio o l’ultima bolletta pagata dell’acqua. 

mercoledì 15 ottobre 2008

Grazie!!!!




Grazie a tutti !!

con tanto colpevole ritardo ringrazio tutti i 400 e ripeto 400!!! ospiti della festa BioDemocratica del nostro circolo.

Come dimostrano le foto la giornata è stata splendida sia meteorologicamente che come riuscita della festa, il doppio delle persone che ci aspettavamo non è poco soprattutto in questo periodo in cui le feste di partito non "tirano".

Il tema affrontato pare riscontri il favore di tanti cittadini e questo, rafforza la nostra convinzione che la politica deve affrontare questi temi senza timore, perchè la politica deve essere interpretata e vissuta tutti i giorni e non relegato nei soliti salotti dei pochi.

Senza temi ed iniziative concreti la politica si allontana dalla gente e diventa subito "Casta".

Quindi attendiamo suggerimenti per le prossime iniziative, su questi come su altri e più concreti temi di interesse pubblico.

Ed ancora grazie a chi ha lavorato e a chi si è semplicemente divertito!!!

venerdì 19 settembre 2008

FESTA BIODEMOCRATICA A GAMBARARE

La sezione di Piazza Vecchia – Gambarare del Partito Democratico organizza domenica 28 settembre 2008 dalle ore 10 alle ore 18 presso la fattoria “Le Giare” in via Giare la prima festa democratica della frazione.

Questa festa sarà dedicata a stili di vita biologici, sostenibili ed equo-solidali.Il programma della giornata è il seguente:
  • Ore 10 - Apertura della festa e consegna della mela biologica del buon augurio.
  • Ore 10.30 - Conosciamo il nostro territorio: a spasso tra campi e cavane.
  • Passeggiata rigenerante nella campagna di Giare con punti di ristoro e di approfondimento culturale intermedi.
  • Ore 13 - Pranzo a base di prodotti biologici e a chilometri zero.

Menu:

- Pasta di grano biologico con salsa all'amatriciana

- Piatto misto di sopressa, salame, funghi e polenta gialla

- Selezione di torte fatte in casa e biscotti al miele biologicocon

accompagnamento di acqua naturale, vino a chilometri zero e caffè equo-solidale.

Ore 15 - Organizzazione dei seguenti laboratori:
Laboratorio 1: “Mi faccio il pane”, con Claudio Ceroni, proprietario del forno a legna biologico di Piazza Vecchia;
Laboratorio 2: “Mi faccio il miele”, con Mattia Donadel, esperto in scienze forestali;
Laboratorio 3: “Invento con l'argilla”, con Laura Verlese, esperta della Cooperativa Olivotti.

Ore 16 – Dibattito con la partecipazione di politici e non sul mondo biologico, eco-sostenibile e per la salvaguardia delle risorse. Iniziative nel Comune di Mira, progetti per il futuro e testimonianze su sistemi fotovoltaici, gruppi di acquisto equo-solidale, autoproduzione di cibo ed energia da parte dei cittadini stessi,commercio equo e solidale. Distribuzione ai partecipanti di informazioni utili.

Ore 17.30 - Chiusura della giornata con musica dal vivo.

Per qualsiasi informazione e prenotazioni si prega di contattare Vilma (3409886096, vilma.minotto@gmail.com) o Silvia (3470852943, silvia.amerio@gmail.com)

venerdì 1 agosto 2008

Leggere

Sin da ragazzino mi è cara una frase della Yourcenar tratta dall'opera Memorie di Adriano:"Fondare biblioteche è un po' come costruire ancora granai pubblici: ammassare riserve contro l'inverno dello spirito che da molti indizi, mio malgrado, vedo venire".
Anno dopo anno mi ha accompagnato nelle mie letture, stampato su un segnalibro che ho ancora conservato in un libro di Pirandello.
Ogni volta che leggo quella frase mi rendo conto del deserto spirituale che anno dopo anno investe l'Italia!
Purtroppo la mia terra, la Puglia, è investita in maniera particolare da questo fenomeno, come tutto il sud daltronde, e questo mi procura una sofferenza particolare ogni volta che ci torno.
Ultimamente ho avuto modo di tornare nella mia terra in treno, di giorno, la sofferenza e la tristezza sono state immani; vedere una terra ricca e produttivissima potenzialmente una California d'Italia, ridotta a regione tra le più arretrate e povere. Gli amministratori che conquistano posti nel governo nazionale (vedasi Fitto) per il solo merito di aver affossato la propria terra in un'arretratezza funzionale ed amministrativa oltre che economica, ed averla relegata, forse definitivamente, ad una sudditanza rispetto ad aiuti statali e ad imprese straniere o comunque avulse dal territorio e dalla cultura del luogo. Gente che si bea nel degrado delle speculazioni edilizie, nelle discariche abusive, ovvero si lamenta senza alzare un dito per fare qualcosa.
Cosa fare, se non cercare di innalzare il livello culturale di un'Italia splendida ma ignorante per contrastare degrado, razzismo maleducazione?
Forse sono troppo lagnoso ma la situazione ultimamente mi sembra tanto degradata, sarà che leggo troppo!!! e non vedo più tv?!
Di seguito allego un bell'articolo apparso ieri sulla Gazzetta del Mezzogiorno, che analizza bene questo fenomeno, con uno sguardo particolare per il Sud.
Mi scuso con chi mi legge e non è del sud, ma fra poco arriva il tempo delle vacanze e la nostalgia si fa sentire, insieme alla rabbia ovviamente.


Si legge poco ma libro vuol dire libertà
di Gino Dato

Leggono o non leggono? E perché non leggono? O leggono poco? Gli interrogativi li hanno riaperti gli ultimi dati sul mercato dell'editoria: nel 2006 era stato il 44,1% degli italiani con più di sei anni a leggere un libro in un anno; nel 2007 la percentuale è scesa al 43,1%, facendo registrare la prima frenata dal 1999. In coda, le regioni meridionali, ultima proprio la Puglia, che pure aveva espresso negli ultimi anni una sorta di Rinascimento editoriale. Queste cifre, sciorinate da una ricerca Iard commissionata dall'Aie, in vista degli Stati generali dell'editoria dei primi di ottobre, ripropongono alcune ipotesi sulle ragioni della non-lettura nel nostro paese e sulle strategie e strumenti utili per vincere lo «zoccolo duro». A rendere più paludosa la discussione sono intervenute le frustranti considerazioni sugli investimenti di risorse economiche e personali, di mezzi e uomini, che hanno contraddistinto nel campo editoriale una lunga stagione di intenzioni virtuose e di sinergie tra operatori culturali, editori, autori, addetti ai lavori, investitori pubblici, amministratori. Insomma, nonostante il nuovo canale del commercio in Internet, le fiere e i festival, le mille promozioni praticate nelle piazze, nei salotti e nelle masserie, portando il libro sulle spiagge e in montagna (valga per tutti l'esempio della Puglia), gli sforzi profusi per instillare il virus della lettura non avrebbero cambiato i numeri. Anzi, ne uscirebbe suggellato il primato di una civiltà sempre più incollata alla fruizione dell'immagine, all'ascolto dei messaggi che si bruciano in un attimo, ormai disavvezza all'occhio che fruga e alla mano che palpeggia il materico di una pagina.
Il bollettino della sconfitta è venuto proprio mentre volge al culmine la stagione che, per sua natura, dovrebbe offrire, distesi su un'amaca o stravaccati in poltrona, la quiete e l'atmosfera più idonee a leggere, a vagare nei mondi infiniti che un libro può aprire, salvandoci dalla solitudine e dall'impazzimento del reale. L'estate però prelude – aggiungiamo – a quello che, ogni anno, con l'apertura delle scuole, è il settembre nero del libro, impopolare per la crescita costante dei prezzi di copertina. Ma prestiamo ascolto ancora al borbottìo delle cifre: a leggere un libro al mese sono stati solo 3,4 milioni di italiani - il 13,3% del totale -, mentre il 46,2% dei lettori non supera i tre libri l'anno. E mortifica la ripartizione geografica: se al Nord il 51,4% della popolazione legge, al Sud la percentuale cala al 31,6%, con punte del 55% del Trentino Alto Adige o il 53,3% della Lombardia e, all'altro estremo, del 29, 1 per la Calabria e del 28,9 per la Puglia. E se non sono queste – anche – le due Italia, quali dovrebbero essere gli indicatori più eloquenti del gap? Le risposte alla crisi del libro potrebbero essere molteplici. La prima, la più semplice, guarda agli assetti negli stili di vita e nella capacità di spesa. Non si possono attendere – dicono alcuni - effetti immediati dagli investimenti in cultura, bisogna lasciar trascorrere degli anni per raccogliere i frutti. A fare attrito interviene, inoltre, il deterioramento dei consumi che ha indotto molti italiani a marginalizzare proprio quelli culturali in generale e, tra questi, i libri, che appaiano la merce meno "comunicativa", non utili quanto una scheda telefonica o un cd. Non ci soddisfa la risposta. Così, compulsando più attentamente le cifre, scopriamo che le fasce infantili e giovanili risultano composte da lettori complessivamente più forti rispetto alla media nazionale, malgrado la maggiore diffusione e utilizzo di Internet e telefonia mobile: leggono il 59,5% dei bambini tra gli 11 e i 14 anni; il 56,6% dei giovani tra i 15 e i 17 anni mentre il 54,1% dei ragazzi tra i 18 e i 19 si dichiara lettore di libri non scolastici. (Cifre meno esaltanti di quelle delle fasce giovanili di altri Paesi europei: al nostro 53,8%, corrisponde il 66% della Francia o il 72,3% della Spagna.)
Sorge allora il dubbio: e se le politiche fino ad oggi praticate hanno fallito proprio perché hanno finito per far lievitare solo il mercato dei già lettori, senza andare alla ricerca appunto dell'universo sconosciuto dei non-lettori? E se queste reti hanno rafforzato solo l'autoreferenzialità aristocratica di chi già vive nel mondo dei libri? E se allora, per allargare il mercato, diventasse necessario muoversi in forze proprio su nuovi target di futuri consumatori quali quelle fasce giovanili che i pubblicitari hanno già adocchiato per altri ambiti? E se, in tale luce, si dovesse far leva sulle risorse che vengono dalle prime agenzie, la famiglia e la scuola? La ricerca ci dice che, in una famiglia in cui entrambi i genitori leggono, le probabilità che i figli leggano anch'essi crescono del 2,8; e del 3,5 in una casa in cui campeggi una buona biblioteca. Vedere un genitore che legge è per un giovane come vedere il padre che ha la buona abitudine della doccia: quello scroscio quotidiano non servirà a renderlo più pulito, bensì più avvezzo a uno stile di vita sano e fresco. Il reclutamento e l'inclusione dei non lettori – perché questo è il nocciolo – devono proseguire con il rafforzamento di biblioteche e del personale ad esse destinato negli enti pubblici così come nelle scuole. E sono queste ultime, insieme alle famiglie, un altro presidio strategico per distogliere da un'abitudine alla lettura imposta e forzata dai programmi e per indurre naturalmente, invece, il piacere dell'avventura di un libro. Infine, chiediamoci: basterebbero i comportamenti virtuosi degli operatori perché vincano gli "spacciatori di libri" – come li chiama Nichi Vendola - e si diffondano i virus della lettura? Basterebbe la tensione progettuale a costruire che offrono gli "Ulisse" della nostra scena culturale: media, istituzioni, scuole, biblioteche, imprenditori, protagonisti e fruitori? Non basta in un paese che ha visto i palcoscenici superare gli stadi ma che destina alla cultura – ha chiarito l'ultimo Rapporto Federculture - 1,8 miliardi di euro annui, contro i 5 di Gran Bretagna e Spagna. Dal 2002 al 2007, i finanziamenti statali sono scesi da 0,35% a 0,29% del Pil. A compensare la scarsa generosità, gli enti locali destinano al settore il 3,4%, relegando il Sud.
No, non basta. Se non si predispone un quadro strutturale propulsivo. Se la classe dirigente non comprende che gli investimenti in beni culturali producono ricchezza e sviluppo. Non soldi. Ma, per dirla con Amartya Sen, innanzitutto libertà.31/7/2008

venerdì 25 luglio 2008

La Canzone di Caparezza?
Losappio: canta la Puglia
Dopo le polemiche sollevate dall'assessore provinciale al Turismo di Foggia nei confronti del rapper "Caparezza" autore della canzone "Vieni a ballare in Puglia", interviene a favore del cantante l'assessore regionale all'Ecologia Losappio.
Dopo le polemiche sollevate dall'assessore provinciale al Turismo di Foggia nei confronti del rapper "Caparezza" autore della canzone "Vieni a ballare in Puglia", interviene a favore del cantante l'assessore regionale all'Ecologia Losappio.

BARI - Dopo le polemiche sollevate dall'assessore provinciale al Turismo di Foggia nei confronti del rapper "Caparezza" autore della canzone "Vieni a ballare in Puglia", definita «di una violenza inaudita», ora a favore del cantante interviene l'assessore regionale all'Ecologia Michele Losappio.

«La denuncia delle difficili situazioni ambientali - dice Losappio - e delle altrettanto difficili condizioni di lavoro, contenute nelle poesie, nelle canzoni e nelle musiche di Caparezza – ha affermato – risponde alla realtà di una situazione costruita in decenni di sottovalutazioni e di vere e proprie aggressioni al territorio e ai pugliesi». Per Losappio «impegnati come siamo a cambiare questa situazione per garantire serenità nel futuro della nostra Regione, non possiamo che esprimere la solidarietà del governo regionale a un artista profondamente legato alla sua terra e alfiere di una denuncia che aiuta il cambiamento possibile».

La sua partecipazione a «Festambiente Sud», il festival nazionale di Legambiente, era stata considerata insultante, oltraggiosa dalla Provincia che si era dissociata ufficialmente dalla presenza dell'artista molfettese che canterà domenica sera nel centro storico di Monte Sant'Angelo.

«Il testo della sua canzone "Vieni a ballare in Puglia" - aveva detto l'assessore provinciale Nicola Fascello - è di una violenza inaudita, capisco la denuncia ma questa supera ogni limite».


ECCO IL TESTO DELLA CANZONE



I delfini vanno a ballare sulle spiagge. Gli elefanti vanno a ballare in cimiteri sconosciuti. Le nuvole vanno a ballare all'orizzonte. I treni vanno a ballare nei musei a pagamento. E tu, dove vai a ballare?/ Vieni a ballare in Puglia Puglia Puglia, tremulo come una foglia foglia foglia. Tieni la testa alta quando passi vicino alla gru, perché può capitare che si stacchi e venga giù./ Ehi turista, so che tu resti in questo posto italico. Attento, tu passi il valico ma questa terra ti manda al manicomio. Mare Adriatico e Ionio, vuoi respirare lo iodio ma qui nel golfo c'è puzza di zolfo, che sta arrivando il demonio. Abbronzatura da paura con la diossina dell'ILVA, qua ti vengono poi più rossi di Milva e dopo assomigli alla Pimpa. Nella zona spacciano la moria più buona: c'è chi ha fumato veleni all'ENI, chi ha lavorato ed è andato in coma; fuma persino il Gargano, con tutte quelle foreste accese. Turista tu balli e tu canti, io conto i defunti di questo Paese, dove quei furbi che fanno le imprese, no, non badano a spese; pensano che il protocollo di Kyoto sia un film erotico giapponese. / Vieni a ballare in Puglia Puglia Puglia dove la notte è buia buia, tanto che chiudi le palpebre e non le riapri più. Vieni a ballare e grattati le palle pure tu, che devi ballare in Puglia Puglia Puglia, tremulo come una foglia foglia foglia. Tieni la testa alta quando passi vicino alla gru perché può capitare che si stacchi e venga giù. / È vero, qui si fa festa, ma la gente è depressa e scarica: ho un amico che per ammazzarsi ha dovuto farsi assumere in fabbrica. Tra un palo che cade ed un tubo che scoppia, in quella bolgia si accoppa chi sgobba; e chi non sgobba si compra la roba e si sfonda, finché non ingombra la tomba. Vieni a ballare, compare, nei campi di pomodori, dove la mafia schiavizza i lavoratori, e se ti ribelli vai fuori. Rumeni ammassati nei bugigattoli come pelati in barattoli. Costretti a subire i ricatti di uomini grandi ma come coriandoli. Turista tu resta coi sandali, non fare scandali se siamo ingrati e ci siamo dimenticati d'essere figli di emigrati. Mortificàti, non ti rovineremo la gita. Su, passa dalla Puglia, passa a miglior vita. / Vieni a ballare in Puglia Puglia Puglia dove la notte è buia buia buia, tanto che chiudi le palpebre e non le riapri più. Vieni a ballare e grattati le palle pure tu, che devi ballare in Puglia Puglia dove ti aspetta il boia boia boia. Agli angoli delle strade spade più di re Artù, si apre la voragine e vai dritto a Belzebù. / O Puglia Puglia mia tu Puglia mia, ti porto sempre nel cuore quando vado via. E subito penso che potrei morire senza te. E subito penso che potrei morire anche con te.



24/7/2008

sabato 31 maggio 2008

Una piccola recensione

Ho da poco finito di leggere un interessante, forse per alcuni noiosissimo, libro dal titolo "La rivoluzione dei dettagli. Manuale di ecoazioni individuali e collettive." scritto da Marinella Correggia, che mi ha dato ulteriori spunti su un tema che mi sta appassionando da un po di tempo ovvero la decrescita e gli stili di vita equi ed ecologici. Una sorta di ritorno alla vita di un tempo, non certo povera ma, attenta alle conseguenze di ogni azione che compiamo e volta al raggiungimento della felicità per il tramite del rispetto ed il contatto con la natura ed il proprio organismo. Insomma una purificazione da tutte le tossine che la nostra società tenta o ha già depositato fuori e dentro di noi (non solo in senso fisico ovviamente).
Mi piacerebbe che in ogni comunità si cominciassero ad affrontare certi problemi, un pò come staq facendo il comune di Venezia, con iniziative come Cambieresti? di qualche anno fa o "A tutto GAS" attualmente in corso.
Trascrivo la recensione di quarta di copertina del libro:
"Sta nei dettagli la differenza tra il dire e il fare. Essi sono indispensabili per tradurre nel concreto principi come "salvare il pianeta" o "costruire un'umanità migliore". Prima però bisogna far sorgere una nuova cultura e radicare innovative abitudini individuali e collettive.
Questo manuale trae ispirazione da un'osservazione attenta degli stili di vita e delle loro paralizzanti contraddizioni, e propone migliaia di azioni improntate a sce3lte di carattere equo ed ecologico. Lo fa individuando un doppio piano di azione: la quotidianità individuale e quella collettiva.
Dal lungo elenco di piccole e grandi rivoluzioni che questo manuale suggerisce, ognuno potrà prendere quel che sente più vicino alla propria sensibilità. In ogni caso, contribuirà a migliorare la situazione del pianeta, oltre che la vita di noi tutti. Perchè in fondo ilsegreto sta nell'adottare comportamenti più equi e responsabili, modificando finalmente annose consuetudini."